domenica 23 febbraio 2014

Biscotti allo sciroppo d'acero / Il libro dell'inverno di Tove Jansson


Oggi era una bellissima giornata di sole e stare in casa a preparare biscotti non è proprio quello che uno vorrebbe fare. Ma se vi siete appena comprate l'ultimo libro di una grande scrittrice e illustratrice (è lei la mamma dei Mumin) come Tove Jansson, allora i biscotti con un buon tè sono quello che ci vuole per accompagnarvi nella lettura. Volevo provare una vecchia bottiglia di sciroppo d'acero che avevo preso un po' di tempo fa a N.Y e che rischiava di invecchiare in dispensa, ed ecco qui i miei biscotti allo sciroppo!

Il libro dell'inverno di Tove Jansson è una selezione di  racconti, tutti ambientati in inverno. Sono racconti molto brevi che hanno sempre una bambina come protagonista. La stessa bambina che troviamo ne Il libro dell'estate e La barca e io con Tove Jansson da piccola che racconta le meraviglie che giorno dopo giorno le capitano. All'interno di questo libro, il mio racconto preferito è Neve, storia molto intima che narra un fine settimana della piccola Tove con la madre, illustratrice di libri per ragazzi, in una casa in montagna. E poi comincia a nevicare: "Una massa di vecchie nubi stanche si aprì sopra di noi e rovesciò fuori la neve tutta in una volta, a casaccio".
E la bambina comincia a immaginare che la neve copra tutto: la casa, gli alberi, le montagne, ogni cosa. E lei, poiché la madre non si accorge di niente, deve tenere d'occhio quel che succede. La neve continua a scendere e dalle finestre non si vede più nulla: mamma e figlia sono ormai sole e isolate da tutto. La bambina ha una grande responsabilità: tenere tutto sotto controllo, ma sarà la madre infine a trovare una soluzione dopo che la bambina le avrà spiegato quanto seria è la situazione. "  In effetti - disse dopo un lungo momento - è un po' come se fossimo andate in letargo. Nessuno può entrare e neppure uscire!- La guardai con attenzione e capii che eravamo salve".

Sono piccoli racconti che parlano di comuni eventi quotidiani che agli occhi della bambina si accendono di magia e grazia poetica e della sottile ironia involontaria con cui i bambini infrangono ogni ipocrisia.

martedì 4 febbraio 2014

Zuppa di spinaci gentili, barbe di finocchio e farro


Negli ultimi tempi mi sono messa a comprare verdure fresche quasi tutti i giorni, da un frutta e verdura siciliano che ne ha una vasta scelta, per poi preparare zuppe, che sento bollire nel pentolone mentre sto seduta al tavolo della cucina a tradurre infinite pagine di libri. Il suono che fa il bollore è già di per sé corroborante, figuratevi la zuppa calda fumante dentro il piatto!

Per questa zuppa ho usato spinacini molto teneri, barbe di finocchi, patate, carote e farro. Un pizzico di pepe, un filo d'olio, una fetta di pane tostato ed ecco che il pranzo invernale è servito!

Pubblico con questa ricetta una poesia di Billy Collins, autore scoperto grazie ai consigli di un amico, attento e sensibile lettore.


Ascolto del piccolo


Secondo il libro d'informazioni per gli ospiti
l'ascolto del piccolo è un servizio offerto da questo hotel sul mare.

Ascolto del piccolo, non l'ascolto fatto da un piccolo,
come avevo pensato appena arrivato.

Non riappendete la cornetta,
suggerisce il libro,
e il personale sorveglierà il vostro bambino,

anche se il personale, continua il paragrafo,
non può essere ritenuto responsabile per l'incolumità
del piccolo in oggetto.

Giusto, qualcuno che ascolti il piccolo.

Ma l'espressione suggeriva un piccolo in ascolto,
sdraiato in una stanza accanto alla mia,
in ascolto della mia penna che scalfiva la pagina,

o un piccolo più grande che a gattoni
percorreva il corridoio dell'hotel
e premeva il suo minuscolo orecchio curioso alla mia porta.

Per fortuna di alcuni di noi,
la poesia è un luogo dove entrambe sono vere ad un tempo,
dove voler dire una sola cosa alla volta sta per malfunzionamento.

La poesia vuole il piccolo in ascolto alla mia porta
così come il piccolo ascoltato,
mentre quieto respira accanto al telefono.

E vuole anche il piccolo
che emette suoni di dolore
nel curvo ricevitore adagiato nella culla

mentre la ragazza alla reception è appena uscita
a fumare con il suo ragazzo
al buio accanto al bagnasciuga del Mare del Nord.

La poesia vuole anche quel piccolo,
persino un po’ più di quanto voglia gli altri.

Billy Collins (traduzione di franco Nasi)