domenica 5 febbraio 2012

Taralli di San Biagio



Un'amica mi ha donato questa ricetta tradizionale che si prepara in alcuni paesi abruzzesi: i taralli di San Biagio che, per chi crede, si preparano il 3 febbraio per la ricorrenza del santo e si mangiano poi il giorno stesso e quelli a venire (visto che una caratteristica dei dolci tradizionali è che se ne preparano sempre in gran quantità, per poi magari regalarli).
Ho sempre trovato l'agiografia un tema interessante, perché ricco di simbologie, spunti, nomi di luoghi lontani, fatti incredibili, martìrii spietati. Una volta ricevuta la ricetta da Francesca mi sono dunque lanciata alla ricerca di qualche notizia in più su San Biagio, scoprendo che visse e fu martirizzato in Armenia (l'Armenia, una delle mie fissazioni!) sotto l'imperatore Licinio, poi le sue spoglie furono portate in Lucania e oggi viene venerato in molti paesi del centro e sud dell'Italia. Salvò la vita ad un bambino a cui si era conficcata una lisca in gola e da quel momento venne considerato protettore della gola.
Dunque proprio adesso io ne avrei bisogno, per il bruciore che sento e la tosse annidata nel petto che mi fa ridere con lo stesso rumore che farebbe una iena...
...è il prezzo da pagare per guardare una bellissima città innevata!

Questa è una ricetta per gente rilassata che si sa concedere un po' di tempo, perché ci sono lunghi tempi d'attesa per le lievitazioni. Posso dirvi però che negli intervalli potete fare quello che più vi piace e nell'attesa di 12 ore addirittura potete andare a dormire. Parola d'ordine: sapersi organizzare!

Potete abbinare i taralli ad un vino corposo come il Montepulciano d'Abruzzo Ipnosi 2007 che vedete nell'immagine), prodotto dalla cantina Biagi (sarà un caso?).
Purtroppo si è potuto scattare la foto solo di sera usando un flash e i colori ne soffrono un po'.


Ingredienti:

2,5 kg di farina 00
1 kg di lievito madre lavorato (avrete bisogno di circa 800 g di farina 00, oltre i 2,5 kg)
25g di lievito di birra (per il lievito madre) + 75 gr di lievito di birra
600 gr di zucchero
750 ml di vino bianco fermo
380 ml di olio evo
acqua
100 g di semi d'anice
Preparare il lievito madre impastando 25 g di lievito di birra sciolto in un po' d'acqua tiepida e 200 g di farina. Una volta lievitato (dopo un'ora circa), aggiungere altri 300 g di farina e l'acqua che basta e impastare di nuovo. Lasciare lievitare ancora e nel terzo passaggio aggiungere gli ultimi 300 g di farina e l'acqua che serve per impastare. Far lievitare ancora per circa un paio d'ore.
Disporre i 2,5 kg di farina in una fontana molto larga e al centro mettere l'impasto lievitato, il vino, l'olio, lo zucchero e i semi di anice. Unire il tutto e far lievitare l'impasto per circa 12 ore. Usare poi l'impasto ottenuto per stendere delle forme di taralli non troppo piccoli (circa 15 cm di diametro), cioè facendo dei serpentelli e torcendoli (impugnare i due capi e girarli in direzione opposta) e poi legandone i due capi curandosi di farli attaccare perché non si aprano. Immergerli in un tegame grande dove si sta facendo bollire dell'acqua e attendere che tornino a galla. Una volta tolti dall'acqua, stenderli su un canovaccio per farli asciugare. Infornare poi a 180/200°C.

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