venerdì 6 gennaio 2012

Pizza ricoperta ai semi di lino con verza e ricotta




Il posto che vedete è una casetta di legno sui Monti della Laga, in Abruzzo, nei pressi del paesino di Pagliaroli. E' il luogo dove ho trascorso l'ultimo giorno dell'anno e il primo, due giorni votati alla selvatichezza. Accantonati i vestiti belli, i cibi sopraffini, le stanze riscaldate, i letti comodi e gli specchi, ho trovato i piaceri della vita rustica e dell'adattamento. Serata intorno al focolare, grigliata all'aperto al freddo secco della notte, dormita di gruppo in sacco a pelo, colazione dolce e salata, passeggiata tra i monti nell'aria cristallina.
Durante la sera, munita di una torcia da fronte perché c'era solo la luce del fuoco ho letto anche un libro che vorrei consigliarvi. Si intitola La lugubre gondola ed è una raccolta di poesie di Tomas Transtroemer, il poeta vincitore del Nobel. Ammetto che non avevo letto nulla di lui prima che vincesse il premio e ringrazio Lea per avermi regalato questo libro che contiene anche un lungo saggio davvero interessante di Gianna Chiesa Isnardi. Vi lascio qui di seguito una poesia di Transtroemer che non appartiene alla raccolta sopracitata ma mi piace molto, perché mi riporta al viaggio, alla fascinazione che ho per i treni e per l'altrove. E' sicuramente una metafora, questa poesia. L'ultimo verso mi incanta.

Stazione

Un treno è entrato in stazione. È fermo, vagone dopo vagone,
Ma nessuna porta si apre, nessuno scende o sale.
Ci sono veramente delle porte? Là dentro un brulichio
Di uomini rinchiusi che vanno su e giù.
E scrutano dai finestrini immobili.
Fuori lungo il treno cammina un uomo con un martello.
Urta le ruote che debolmente risuonano. Tranne qui.
Qui il rumore aumenta incomprensibilmente: un fulmine,
Il rintocco dell’orologio della cattedrale,
Il rumore della circumnavigazione del globo
Che solleva tutto il treno e le pietre umide dei dintorni.
Tutto canta. Ve lo ricorderete. Andate avanti.

Tomas Transtroemer


 La ricetta che vi propongo è una pizza ricoperta, adatta a pranzi e cene in posti che non dispongono di stoviglie e comodità varie!



Ingredienti:

200 g di farina 0
100 g di farina integrale
un cubetto di lievito di birra
300 g di ricotta di pecora
un cespo di verza
30 g di semi di lino
sale
olio
pepe
peperoncino
due spicchi d'aglio


In una terrina impastare le farina con il lievito sciolto in un bicchiere d'acqua (fatelo sciogliere aggiungendo anche un cucchiaino di zucchero), un cucchiaino di sale e un cucchiaio d'olio d'oliva. Aggiungere acqua se serve, tiepida e poco alla volta, aggiungere i semi di lino e lavorare fino ad ottenere un impasto morbido e gommoso. Dividere la pasta in due e mettere a lievitare in luogo caldo (ad esempio forno riscaldato e poi spento) per almeno un'ora.
Lavare la verza, taglairla a striscioline e lessarla in acqua salata. Una volta lessata passarla in padella con olio d'oliva (quattro o cinque cucchiai), un po' di peperoncino e gli spicchi d'aglio. Lasciarla un po' a stufare coprendola con un coperchio.
Quando la pasta sarà lievitata, stendere le due parti con un matterello tenendo la forma arrotondata se usate una teglia rotonda o la forma rettangolare se, come me, ne usate una rettangolare. Ungete la teglia con dell'olio d'oliva e appoggiate sul fondo la prima parte di pasta stesa lasciando i bordi un po' alti; bucherellate con una forchetta; sbriciolate la ricotta sulla pasta, poi aggiungete la verza, una spolverata di pepe e un filo d'olio. Ricoprite con la seconda parte di pasta stesa e unite i bordi. Fate un buchino sulla pasta al centro. Spennellate la superficie di olio d'oliva. Cuocete in forno a 180°C per circa mezz'ora fino a che la superficie non si sarà scurita.

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...